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L’edema è l’accumulo di liquidi negli spazi interstiziali (cioè tra le cellule o tra tessuti). Si manifesta con gonfiore e sensazione di tensione alla parte colpita, che alla pressione presenta il segno della fovea (cioè rimane un’impronta). Il gonfiore può manifestarsi all’improvviso o formarsi più lentamente.
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L’edema è l’accumulo di liquidi negli spazi interstiziali (cioè tra le cellule o tra tessuti). Si manifesta con gonfiore e sensazione di tensione alla parte colpita, che alla pressione presenta il segno della fovea (cioè rimane un’impronta). Il gonfiore può manifestarsi all’improvviso o formarsi più lentamente.
L’edema è un sintomo e non una patologia. Può interessare qualsiasi parte del corpo, con una maggiore frequenza per le mani, le braccia, le gambe, le caviglie e i piedi.
Un edema generalizzato è dovuto generalmente a malattie cardiache, renali o epatiche. Può essere anche la conseguenza del malassorbimento, di disturbi nella circolazione venosa o linfatica o dell’obesità.
Si manifesta però anche nella sindrome premestruale, per la maggiore ritenzione idrica nei giorni che precedono il flusso mestruale, e durante la gravidanza. Infine, può essere dovuto anche all’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).
Le cause di un edema localizzato possono essere:
una stasi venosa o linfatica, come nella flebite;
una reazione allergica, dovuta per esempio alla puntura di un insetto, al morso di un animale o al contatto con una medusa;
un’infezione;
un’infiammazione o un trauma (contusioni, distorsioni, fratture, strappi, stiramenti e contratture).
L’edema localizzato di natura infiammatoria o traumatica si manifesta con dolore spontaneo o alla palpazione, arrossamento della cute, calore e tumefazione. Può essere trattato con la bromelina. Questa sostanza:
viene estratta dal frutto e specialmente dal gambo dell’ananas;
è costituita da ananaina e comosaina, due enzimi proteolitici, in grado cioè di rompere i legami peptidici che tengono uniti gli aminoacidi che formano le molecole proteiche.
Grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e antiedemigene, la bromelina viene usata:
per il trattamento del dolore e del gonfiore conseguenti a traumi, perché riduce l’infiammazione e l’edema (ma non ha effetto analgesico);
nel decorso post-operatorio (per esempio, nella cura dei disturbi conseguenti a un’estrazione dentale).
La bromelina ha anche proprietà digestive, anticoagulanti e antitrombotiche. In particolare, viene usata:
contro la flebite, l’artrite reumatoide e le vene varicose, ma anche contro la cellulite;
per il trattamento delle infiammazioni dell’apparato gastroenterico come la colite;
come mucolitico e decongestionante, contro i disturbi delle vie respiratorie e la sinusite.
Potenzia anche:
l’effetto antinfiammatorio di alcuni farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS);
l’assorbimento di alcuni antibiotici (tra cui l’amoxicillina).
La bromelina non va assunta:
in caso di ulcera peptica, patologie gravi del fegato o dei reni, emofilia o diatesi emorragiche;
dai soggetti allergici all’ananas e ad altre Bromeliacee.
Il medico deve valutare la presenza di disturbi nella coagulazione e la possibile interazione:
con i farmaci anticoagulanti;
con alcuni farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come l’ibuprofene;
con benzodiazepine, barbiturici e antidepressivi.
La bromelina può causare sonnolenza e sedazione. Bisogna prestare quindi attenzione alla guida e all’uso di macchinari.
Processi edemigeni di natura flogistica in campo medico e chirurgico.
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