Cura ferite

Le ferite interessano lo strato superficiale della pelle e i tessuti sottostanti. Comprendono le abrasioni (senza perdita di sangue), le escoriazioni (con perdita di sangue), le ferite da punta (quelle causate da oggetti appuntiti), le ferite da taglio (quelle provocate da oggetti taglienti ma con bordi regolari), le ferite lacere (causate da oggetti taglienti con bordi irregolari), le ferite lacero-contuse (lesioni lacere associate a contusione), le lesioni da pressione (come le piaghe da decubito) e le lesioni vascolari (correlate a disfunzioni vascolari).

In base al tempo di guarigione le ferite sono acute o croniche (quando non guariscono entro 8-10 settimane). Se una lesione fa fatica a guarire, rivolgiti al medico: saprà indicarti il trattamento più adeguato e indirizzarti a un centro specializzato di vulnologia.

Le ulcere cutanee sono ferite che faticano a guarire

Queste ferite aperte difficili da guarire si accompagnano a dolore e irritazione, gonfiore, edemi da sanguinamento e arrossamento. Sono acute quando sono causate da traumi, ustioni o interventi chirurgici. Sono croniche quando hanno origine vascolare (cioè sono dovute allo scarso apporto di sangue e ossigeno ai tessuti, come le ulcere che derivano dalle più gravi vene varicose) o dipendono dall’immobilità (lesioni e piaghe da decubito) o da patologie (diabete, neuropatie, malattie autoimmuni e sistemiche, tumori della pelle).

Il debridment è fondamentale nel trattamento delle lesioni cutanee

La medicazione delle lesioni cutanee, specialmente di quelle ulcerose, consiste nella pulizia della ferita, nell’attivazione della rigenerazione cellulare, nella disinfezione e nel ripristino del giusto grado di umidità. In particolare, il debridment (o sbrigliamento) consiste nella rimozione di tessuti necrotici o devitalizzati, escare (croste formate da siero, sangue o pus) e ipercheratosi, con l’intento di favorire la rigenerazione dei tessuti (e così la cicatrizzazione) e, al contempo, di ridurre il rischio di infezioni. Può essere eseguito chirurgicamente o meccanicamente (con garze asciutte o bagnato-asciutte) o avvenire grazie all’azione di enzimi (come la collagenasi e la proteasi di Noruxol e la catalasi di Citrizan) o di sostanze che stimolano l’autolisi del tessuto necrotico (come nel caso di Fitostimoline).

L’acido ialuronico favorisce la riparazione dei tessuti

L’acido ialuronico è un costituente fondamentale del tessuto connettivo del derma. Ha quindi un ruolo primario nel trattamento delle lesioni cutanee perché stimola la riparazione e la rigenerazione della pelle, favorendo la guarigione di abrasioni, escoriazioni, ustioni, tagli, irritazioni, ragadi del capezzolo (piccoli tagli che si formano durante l’allattamento) e ragadi anali, ulcere traumatiche e vascolari, lesioni da pressione. Grazie al suo elevato potere idratante mantiene anche l’ambiente umido, garantendo un’adeguata protezione dall’attrito e dall’essiccazione. È indicato anche per la medicazione di piccole ferite, per le irritazioni cutanee localizzate come le scottature solari e gli arrossamenti da pannolino.

Le lesioni croniche vanno protette dalle infezioni

Per il trattamento delle lesioni ad alto rischio di infezione, è possibile applicare creme, gel o garze a base di acido ialuronico combinato con sulfadiazina argentica (un antibatterico per uso locale), come Altergen e Connettivina Plus.

Anche la combinazione di clostebol acetato (uno steroide) e neomicina solfato (un antibiotico) favorisce la guarigione delle lesioni cutanee e combatte le infezioni batteriche, come nel caso di Trofodermin crema e spray cutaneo.